La terapia psicoanalitica deriva dal metodo ideato da Sigmund Freud per la cura delle nevrosi. Si basa sul discorso del paziente e l'ascolto da parte dell'analista; tende, grazie all'indagine dei vissuti, dei sogni, delle fantasie, dei sentimenti e dei pensieri del paziente, oltre che della stessa relazione terapeutica, all'individuazione e rielaborazione dei conflitti inconsci che possono essere alle radici del disagio psichico. La terapia psicoanalitica richiede una frequenza costante delle sedute (in genere più di una a settimana, della durata di quarantacinque minuti ciascuna) in orario concordato e tendenzialmente stabile, in un ambiente riservato. La durata del trattatamento non è prevedibile; al paziente, disteso sul lettino, è richiesto di parlare liberamente, limitando la tendenza ad autocensurarsi, ed evitando di selezionare i contenuti da riferire al terapeuta, in modo da favorire l'emergere del proprio mondo interiore. Il terapeuta, seduto dietro al lettino, con atteggiamento non giudicante e neutrale, accompagna il paziente in questo viaggio alla ricerca della verità su di sé, finalizzato al miglioramento delle competenze affettive e relazionali e al superamento della sofferenza psichica.
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